Un’alimentazione sana ed equilibrata è uno strumento di prevenzione fondamentale per molte delle patologie croniche più diffuse nella nostra società. È fondamentale acquisire buone abitudini fin da piccoli e imparare ad adottare uno stile di vita sano da mantenere nel tempo, nonostante le mille influenze negative quotidiane.
I bambini, fin dalla nascita, posseggono un perfetto sistema di autoregolazione dei bisogni vitali (appetito, sete, respirazione, temperatura corporea, sonno-veglia ecc). È molto semplice per loro seguire tali bisogni fisiologici dell’organismo, e ai genitori non resta che assecondare le loro richieste, con la tranquillità di star facendo la cosa giusta.
Così come valeva per l’allattamento, anche per lo svezzamento, per la nutrizione pediatrica nei primi 1000 giorni del piccolo (0-2 anni) e per l’età prescolare (2-5 anni), si parla di alimentazione “A RICHIESTA”, solo che in questo caso il bambino assumerà lo stesso cibo dei genitori.
Se durante la gravidanza e l’allattamento era la mamma a dover condurre una vita sana e a seguire un’alimentazione corretta, per permettere un’ottimale formazione del feto – prima- e per fornire un latte sano -poi-, ora sarà la famiglia al completo a dover rappresentare un modello adeguato, mettendo a disposizione del bambino un cibo salutare ed equilibrato.
Mantenere coerente nel tempo un buon modello genitoriale, comporta un impegno continuo e talvolta stancante. Dopo il primo anno di età, infatti, sul bambino iniziano ad avere influenza (spesso negativa) l’ambiente, le persone e gli stimoli nuovi che lo circondano. E’ proprio allora che il bimbo ha bisogno di essere protetto e guidato dai suoi genitori.
La Dieta Mediterranea, ad oggi, rappresenta il modello migliore da proporre al bambino per creare un contesto salutare fin da subito.
Ma la domanda da porci è: l’alimentazione che seguiamo in Italia, corrisponde davvero alla Dieta Mediterranea o nel tempo è cambiato qualcosa?
La Dieta Mediterranea non è solo l’italian taste (gusto italiano), ma “un insieme armonico di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni culturali che vanno dal paesaggio alla tavola, proprio fino agli anni 50’ dei popoli dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, e comprende la raccolta, la pesca, la conservazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo.” (Comitato di valutazione UNESCO).
Proviamo ad analizzare l’alimentazione del nostro Paese, 70 anni fa
Vegetali, cereali, legumi, proteine
La regola d’oro che si tramandava di genitore in figlio, era che si mangiava quel che c’era, ovvero ciò che oggi noi paghiamo a caro prezzo: prodotti freschi, di stagione, a chilometro zero e senza pesticidi. Sulla tavola dei nostri nonni non mancavano mai i cereali, generalmente integrali, spesso accompagnati con dei legumi, che erano la fonte proteica principale, perché più economica.
Il pesce si consumava soprattutto nelle aree costiere, mentre nelle zone interne ogni famiglia di campagna allevava degli animali. Latte, formaggi e uova erano spesso presenti a tavola, ma la carne si mangiava raramente perché gli animali dovevano vivere e produrre a lungo.
Il condimento per eccellenza era l’ olio extravergine di oliva e non mancavano mai nella dieta frutta a guscio e semi oleosi.
Gli zuccheri
Il contenuto di zuccheri e sodio, nell’alimentazione dei nostri avi, era nettamente inferiore rispetto a oggi, in quanto non si faceva uso di alimenti processati a livello industriale. Per insaporire i piatti, si usavano invece spezie ed erbe aromatiche (onnipresenti nella macchia mediterranea) che, oltre ad apportare gusto e sapidità agli alimenti, sono un tesoro di micronutrienti. Gli zuccheri consumati, invece, erano solo quelli contenuti naturalmente nei cibi, ovvero nella frutta, nel latte e nel miele.
Semplicità e convivialità
Oggi si attribuisce alla dieta di un tempo la connotazione negativa di “dieta povera”, quando in realtà era molto più ricca e variata della monotona alimentazione moderna. Oggi si sono persi soprattutto i valori aggiunti della Dieta Mediterranea: la convivialità e l’abitudine di consumare gli alimenti che offre il proprio territorio, rispettando il succedersi delle stagioni.
Purtroppo ci siamo allontanati tanto da questa realtà e il divario tra ciò che mangiano i bambini italiani di oggi e quelli di ieri è enorme. Ciò spiega il motivo dell’allarmante epidemia di sovrappeso e obesità che sta vivendo l’Italia negli ultimi anni. E’ necessario fare un passo indietro e tornare a nutrire i bambini in modo più sano e genuino, come erano state nutrite le nostre generazioni precedenti, riscoprendo i ritmi della natura, l’armonia familiare intorno alla tavola e la ricchezza nutrizionale della cucina semplice e casalinga.