La toxoplasmosi in gravidanza: come comportarsi per prevenirla

14 Marzo 2020

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Categories: Articoli, Gravidanza

Che cos’è il toxoplasma

 

Toxoplasma gondii è un protozoo parassita che può colpire sia gli animali che l’uomo. Possono esserne bersaglio mammiferi, uccelli, rettili e molluschi, ma soltanto nei felini – in particolare nel gatto riesce a completare il suo ciclo vitale raggiungendo una forma potenzialmente dannosa: le oocisti. Queste vengono emesse nell’ambiente esterno dal gatto attraverso le feci, e possono arrivare a contaminare gli alimenti.

 


 

La toxoplasmosi in gravidanza

 

L’infezione da toxoplasma dà origine alla patologia nota come toxoplasmosi. Nelle persone sane la malattia decorre generalmente in modo asintomatico o con semplici sintomi influenzali. Per soggetti debilitati e in donne in stato di gravidanza la toxoplasmosi può comportare invece conseguenze più gravi. In particolare nelle donne in gravidanza può essere causa di aborto, malformazioni o gravi lesioni cerebrali del feto
I soggetti che entrano in contatto con il parassita sviluppano una risposta immunitaria che li protegge da successivi contatti. Il soggetto che ha già contratto la toxoplasmosi ne è quindi immune per tutta la vita.

 


 

Il toxo-test

 

Il toxo-test è un esame del sangue che permette di capire se si è immuni o si è a rischio di contrarre l’infezione. In particolare, consente di rilevare la presenza di anticorpi contro il toxoplasma. È consigliabile eseguire il test insieme ai primi esami raccomandati alla prima visita della gravidanza, ma può essere comunque fatto anche prima del concepimento.

 

L’esame è a carico del Sistema Sanitario Nazionale.

 

Se la donna è immune, può stare tranquilla per tutti i nove mesi e non bisogna rifare il test.

 

Se non l’ha mai contratta deve ripetere il test ogni mese per scongiurare ogni pericolo.

 

Se invece l’ha contratta durante la gravidanza, corre il rischio di trasmetterla al feto (bisogna quindi seguire una cura antibiotica).

 

Come leggere i risultati del toxo-test

 

Il toxo-test cerca nel sangue la presenza di anticorpi specifici, ossia immunoglobuline, contro il parassita. In particolare, si rintracciano due tipologie di immunoglobuline:

 

  1. Le IgM si formano quando c’è un’infezione e quindi avvertono che la malattia è in atto
  2. Le IgG restano in circolo a segnalare che l’organismo in passato ha incontrato il parassita

 

Test positivo o negativo: ecco come leggere i risultati

 

  • IgM e IgG entrambe negative (cioè inferiori ai valori di riferimento): la donna non ha mai avuto l’infezione e quindi, per questo motivo, deve fare molta attenzione ad alcune norme igieniche di prevenzione.
  • IgM negative e IgG positive: la donna ha già contratto in passato la toxoplasmosi, ma non presenta un’infezione in atto. Questo vuol dire che è immune e non vi sono pericoli per il feto.
  • IgM positive e IgG negative: vuol dire che al momento dell’esame l’infezione è in atto, anche se la donna non aveva mai contratto l’infezione in passato.
  • IgM e IgG entrambe positive: l’infezione c’è stata e forse è ancora in circolo, oppure potrebbe essere avvenuta 3-4 mesi prima, dato che le IgM impiegano in genere 3-4 mesi prima di risultare negative.

 


 

Come può avvenire l’infezione

 

Una possibile via di infezione è attraverso il contatto con il suolo o con le feci di gatto durante le attività di giardinaggio, di cura dell’orto oppure durante le operazioni di pulizia della lettiera del gatto stesso.

 

Durante lo svolgimento di queste attività, il rischio è di venire a contatto con materiale infetto e successivamente portare le mani a contatto con la bocca.

 

Un’altra possibile via è l’ingestione di frutta e verdura crude o mal lavate, contaminate da oocisti.

 

Tuttavia la prevalente via di trasmissione è il consumo di carne cruda o poco cotta. Nella carne possono infatti essere presenti cisti muscolari che si originano a partire da un’altra forma vitale del ciclo del toxoplasma negli animali a sangue caldo.

 


 

A quali alimenti fare attenzione

 

Gli alimenti che sono più spesso implicati in casi di toxoplasmosi sono:

 

  • Frutta e verdura cruda o mal lavata, in particolare quella dell’orto;
  • Carni crude o poco cotte;
  • Carni affumicate e salumi o insaccati poco stagionati (meno di 30 gg) soprattutto se prodotti a livello familiare.

 

Particolare attenzione va data agli alimenti pronti per il consumo che possono essere soggetti a cross-contaminazione:

 

  • Diretta, per contatto con altri alimenti che veicolano il patogeno (carne cruda, pesce crudo, frutta e verdura non lavate),
  • Indiretta, per contatto con utensili o superfici di lavoro contaminate e non adeguatamente pulite.

 


 

Se si ha il gatto in casa

 

Il gatto è il serbatoio naturale per toxoplasma gondii, ma di per sé ha un ruolo marginale nella trasmissione diretta della parassitosi. Allontanare il gatto domestico è una misura non necessaria.

 

Per una maggior sicurezza però si possono adottare le seguenti precauzioni:

 

  • Alimentare il gatto con cibi cotti o in scatola;
  • Evitare il contatto con le feci di gatto;
  • Evitare di svolgere personalmente le operazioni di pulizia della cassettina;
  • Far pulire la lettiera e asportare la sabbia della cassetta giornalmente per evitare lo sviluppo delle oocisti eventualmente presenti nelle feci, far igienizzare il contenitore per almeno 5 minuti con acqua bollente;
  • Evitare i gatti randagi, soprattutto i cuccioli perché hanno una più alta probabilità di essere infetti;
  • Non accogliere nuovi gatti in casa proprio durante la gravidanza

 


 

Altri rischi microbiologici

 

La toxoplasmosi però non è l’unica patologia da evitare per prevenire l’insorgenza di malattie (anche gravi), nella mamma e nel feto.

 

Ci sono altri microorganismi che possono contaminare il cibo mettendo a rischio la gravidanza e la salute del nascituro.

 

Si tratta dei seguenti microorganismi: Toxoplasma

 

  • Escherichia coli
  • Listeria monocytogenes
  • Virus dell’Epatite A
  • Salmonella
  • Campylobacter
  • Norovirus

 


 

Come ridurre i rischi

 

Questi sono gli accorgimenti e le buone pratiche che bisogna adottare per ridurre il rischio di contrarre malattie trasmesse dagli alimenti, che possono avere conseguenze anche gravi per la mamma e per il suo bambino.

 


 

Alimenti da evitare

 

  • Verdure crude, mal lavate o di cui non si ha la certezza che siano state lavate accuratamente;
  • Carni crude o poco cotte;
  • Salumi freschi non stagionati, soprattutto se prodotti a livello familiare;
  • Pesce crudo, poco cotto o affumicato;
  • Frutti di mare crudi o poco cotti;
  • Uova crude o poco cotte (occhio di bue, coque);
  • Salse, creme o piatti con uova crude o poco cotte (es. Maionese fatta in casa, tiramisù);
  • Latte crudo o non pastorizzato, se non previa bollitura;
  • Formaggi poco stagionati a pasta molle prodotti con latte crudo (es. Brie, camembert);

 


 

Acquisto e lavaggio

 

  • Accertarsi sempre della potabilità dell’acqua che si utilizza per bere, preparare il ghiaccio da mettere nelle bevande, per lavare o preparare gli alimenti o quella usata per lavare gli utensili della cucina.
  • Non acquistare uova troppo imbrattate di sporco né uova refrigerate: se l’uovo subisce sbalzi termici potrebbe formarsi condensa sul guscio, che favorirebbe la penetrazione all’interno di germi patogeni.
  • Lavare accuratamente la frutta e le verdure prima di consumarle, tagliarle o cuocerle (anche quelle da sbucciare); utilizzare acqua corrente potabile o, per una maggiore efficacia, detergenti a base di cloro (il bicarbonato invece è inefficace).
  • Se si utilizzano detergenti a base di cloro per lavare frutta e verdura, non limitarsi all’ammollo nella soluzione di acqua e detergente, ma risciacquare comunque i prodotti con acqua corrente.
  • Pulire e lavare con una spazzola pulita: patate, carote, meloni, cetrioli e qualsiasi prodotto dell’ortofrutta a buccia che venga a contatto con il suolo; quindi asciugarli accuratamente con un panno pulito o carta assorbente a perdere.
  • Se si è risultati negativi al test per la toxoplasmosi, nel lavare frutta e verdura è consigliato l’utilizzo di prodotti disinfettanti per alimenti, come detergenti a base di cloro.
  • Non lavare la carne avicola prima di cuocerla: eventuali schizzi potrebbero contaminare gli utensili e le superfici di lavoro o altri alimenti pronti al consumo presenti in cucina.

 


 

Preparazione e cottura

 

  • Cuocere in modo accurato e completo uova, prodotti ittici (in particolare molluschi bivalvi) e le carni (in particolare carni avicole e macinato bovino).
  • Non utilizzare il forno a microonde per cuocere gli alimenti: non garantisce una cottura uniforme dell’alimento.
  • Non rompere le uova sui bordi del contenitore che utilizzerai per lavorarle, utilizza un altro recipiente.
  • Dopo la rottura, allontanare i gusci delle uova dalla cucina.
  • Verdure, salumi e insaccati crudi possono essere usati come condimenti della pizza solo se cotti assieme alla pizza stessa.

 


 

Conservazione

 

  • Non conservare pesce cotto a lungo e consumare il pesce fresco entro breve tempo dall’acquisto.
  • Non conservare i prodotti refrigerati oltre la data di scadenza.
  • Consumare in breve tempo i prodotti precotti o pronti per il consumo.
  • Consumare eventuali avanzi di cibo conservati previo accurato e uniforme riscaldamento ad alte temperature in modo da essere sicuri di aver abbattuto una possibile contaminazione microbica dell’alimento.
  • In frigorifero, separare bene i prodotti crudi (specialmente uova, carne e pesce) fra loro e soprattutto dalle verdure e dai cibi cotti pronti al consumo.
  • Conservare le uova sul ripiano centrale del frigo (4-5°c), ben separate dagli altri alimenti ed estrarle soltanto poco prima dell’utilizzo.
  • Non lavare le uova prima di porle in frigorifero: l’acqua potrebbe favorire la penetrazione di germi patogeni all’interno. Si possono pulire con un panno umido prima dell’utilizzo.
  • Mantenere il frigorifero in ordine e pulire regolarmente le pareti interne e i ripiani con acqua calda e sapone liquido.
  • Mantenere la temperatura del frigorifero entro i 4°c e quella del congelatore sotto i 17°c.

 


 

Attenzione alle contaminazioni

 

  • Fare attenzione alle cross contaminazioni, ovvero alle contaminazioni fra prodotti crudi e alimenti pronti al consumo o fra superfici e utensili sporchi e alimenti pronti al consumo.
  • Lavare accuratamente con un detergente le superfici della cucina e gli utensili venuti a contatto con carni crude, frutta e verdure non lavate.
  • Lavare sempre le mani con un detergente prima di mangiare e dopo aver toccato carne cruda, gusci di uova, frutta e verdura non lavate o la terra.
  • Eliminare da casa insetti come mosche e scarafaggi, proteggere il cibo dal contatto con questi ultimi perché possono essere un veicolo per i patogeni.
  • Usare sempre guanti di gomma in tutte le attività che possono comportare il contatto con materiali potenzialmente contaminati da feci di gatto (giardinaggio, orticoltura, pulizia lettiera del gatto, ecc.)
  • Curare bene la propria igiene personale, lavarsi le mani ogni qual volta si usi il bagno, si cambi un pannolino, si tocchi o accarezzi il proprio animale domestico e comunque sempre prima di preparare il cibo o di mangiare.

 


 

La brochure creata dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, per prevenire i principali rischi microbiologici in gravidanza

 

 


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